Le novità sul lavoro approvate dal Parlamento Europeo
- Aprile 17, 2023
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Le nuove misure riguardano anche i colloqui. I datori di lavoro devono dichiarare il livello retributivo prima dell’assunzione, per legge, specificando i criteri che definiranno la paga annua e l’avanzamento di carriera. Criteri che ovviamente dovranno essere “neutri” dal punto di vista del genere del candidato, a differenza di quanto accade oggi.
La norma (art. 5 della direttiva) stabilisce che lo stipendio può essere indicato nell’annuncio di lavoro o subito prima del colloquio.
L’articolo 5 definisce anche che, durante il colloquio, i datori di lavoro non potranno chiedere ai candidati quanto guadagnano attualmente o a quanto ammontava la loro busta paga per mansioni precedentemente svolte.
Anche i processi di avanzamento professionale all’interno dell’azienda dovranno essere trasparenti e non discriminatori. I datori di lavoro sono chiamati a introdurre sistemi di valutazione o classificazione professionale neutri sotto il profilo del genere, così come dovranno esserlo gli avvisi di posto vacante e la denominazione delle posizioni lavorative.
La direttiva vieta il cosiddetto «segreto salariale». Non potranno più essere valide clausole che impediscano ai lavoratori di divulgare informazioni sul proprio livello salariale o di chiedere informazioni sulla paga di altre categorie di dipendenti.
Le nuove norme, infatti, stabiliscono che i lavoratori e i loro rappresentanti abbiano diritto a informazioni precise sui livelli retributivi individuali e medi, suddivisi per genere. Non solo: nel caso in cui nell’azienda o nell’amministrazione pubblica si evidenzi un divario di almeno il 5%, i datori di lavoro dovranno rivalutare le retribuzioni in cooperazione con i sindacati.
La direttiva prevede che i Paesi dovranno fissare sanzioni efficaci per i datori di lavoro che non rispettano le nuove regole. I lavoratori che subiscono discriminazioni avranno diritto di chiedere risarcimenti.
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